Lo sport che fa bene all’anima. Il terzo tempo del rugby

Per chi segue il mio blog, sa bene che spingo il mio lettore verso differenti orizzonti, a conoscere nuovi luoghi, nuove culture, a rinfrescare dei ricordi o a crearne di nuovi, a vivere passioni o magari riscoprirne. Da ogni dove siamo bombardati su ogni tipo di cosa, da come mangiare a cosa indossare, persino su cosa e come pensare. In un mondo pieno di influencer, vorrei con questo post riuscire più che “ad influenzare” il vostro pensiero, a suggerire uno sport che considero troppo poco amato, forse troppo poco sponsorizzato dalla gente che conta, da chi smuove le opinioni e magari predilige alcuni sport a discapito di altri. 

È vero. Non sarà lo sport più praticato al mondo, è il calcio ad esserlo si sa, ma possiamo dire che sia nato prima rispetto al calcio. Quest’oggi ci faremo compagnia parlando di rugby. 

Iniziato da pochi giorni il campionato mondiale e da appassionata, sto seguendo ogni singolo match, perché la parte positiva di questo sport è che si parteggia di certo per una “squadra del cuore”, ma si vive comunque l’esperienza degli altri team. Proprio come faccio io.

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Mentre in casa mia ci preparavamo ad assistere ad un derby, in molte piazze della Francia c’erano maxi schermi per un match dalle grandi emozioni, la Francia, paese che ospita i mondiali, affrontava la squadra più titolata al mondo, assiema al Sud Africa, i Neozelandesi degli All Blacks. Il giorno dopo, la prima partita della nazionale italiana contro la Namibia, cassa di risonanza direi afona per le piazze italiane, purtroppo, il match è stato strepitoso. 

E mentre il campionato va, sono 20 Nazionali divise in 4 gironi composti da 5 squadre a gareggiare, ne parlo di qua e di là sui canali social* e mi accorgo di non essere la sola. Lo so che non basta per raccontare uno sport leale, pulito fatto di valori sani come il rispetto delle regole, il gioco di squadra, il sostegno reciproco che ti portano al raggiungimento della meta. Sono state scritte canzoni, libri, dipinti quadri. Si sono organizzati convegni e feste che celebrano il rugby, piece teatrali ispirate a Shakespeare assimilando La Guerra delle Due Rose – L’ascesa dei Tudor, ad una partita di rugby. Non poteva mancare il grande schermo e su questo c’è una vasta scelta dagli anni 60 ad oggi, cinema straniero ed italiano.

Qualcuno ricorderà il più celebre dei film: Invictus di Clint Eastwood con Morgan Freeman nei panni di Nelson Mandela e Matt Damon, capitano della nazionale sudafricana. Ci sarebbe tanto da scrivere su questo film candidato agli Oscar e tratto da un libro, come ad esempio il titolo del film stesso, che prende spunto dalla poesia di William Ernest Henley, che Mandela usò per lenire il peso durante gli anni di prigionia, i più la ricordano per gli ultimi versi:

Io sono il padrone del mio destino, Io sono il capitano della mia anima.

Consiglio di guardare una pellicola italiana, Il Terzo Tempo di Enrico Maria Artale, film che dimostra come lo sport possa essere importante nella vita di persone disagiate per uscire da un mondo malsano. Nonostante si tratti di un’opera prima per il registra, penso che l’aver portato un tema così forte sia lodevole, la narrazione scorra con facilità e forse il finale fin troppo sdolcinato, ma ci sta. D’altronde si tratta pur sempre di cinema italiano.

Cos’è in realtà il terzo tempo nel rugby? Il rugby, come per il calcio, ha due tempi regolari. Il terzo inizia quando l’arbitro fischia la fine della partita e dal quel momento le due squadre non sono più l’una contro l’altra ma insieme vanno a festeggiare. La tradizione vuole che ci sia un banchetto che viene offerto dalla squadra di casa. In Inghilterra ad esempio si va nei pub vicino al campo. Non solo i giocatori, anche i tifosi possono accedere a questi momenti di convivialità, cosa che non credo succeda nel calcio, anzi i calciatori sono inavvicinabili!

Magari non saranno modelli tatuati, con le sopracciglia sempre curate e cifre sbalorditive nel proprio conto in banca, ma volete mettere che con un rugbista a fianco perlomeno ci si sente protetti e sicuri? Provate a placcarlo! 

*seguite la pagina ufficiale: https://www.instagram.com/italrugby/

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